Il grano importato è salubre: lo attestano i controlli ufficiali
di Vincenzo Martinelli
Presidente Sezione Molini a frumento duro Italmopa
Il primo report reso noto a febbraio scorso dalla Cabina di Regia interforze sui controlli agroalimentari, coordinato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ha evidenziato, in modo inequivocabile, la salubrità del frumento duro di importazione e la sua piena rispondenza alle rigide normative comunitarie in materia igienico-sanitaria.
Il report è stato diffuso nell’ambito del programma straordinario di verifiche sul frumento duro di importazione che ha visto il coinvolgimento, tra l’altro, del Comando dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, della Guardia di Finanza, delle Capitanerie di Porto e dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.
La nostra Associazione ha già avuto modo di sottolineare il proprio apprezzamento nei riguardi di tale iniziativa, nell’ottica di una maggiore trasparenza delle politiche di approvvigionamento e, più in generale, del funzionamento della filiera frumento duro. La sicurezza alimentare costituisce, infatti, una priorità per l’Industria molitoria nazionale e il rispetto delle normative a riguardo è garantito non soltanto dai rigidi controlli effettuati dalle competenti Autorità, ma anche dalle stesse aziende molitorie nell’ambito dei propri piani di autocontrollo.
Quando si tratta il tema delle importazioni è doveroso ricordare che la produzione nazionale di frumento risulta strutturalmente deficitaria rispetto alle esigenze dell’industria della trasformazione. Il fabbisogno complessivo ammonta, infatti, a circa 12 milioni di tonnellate, mentre la produzione annua nazionale di frumento tenero e di frumento duro si attesta in media, rispettivamente, su circa 3 milioni di tonnellate e 4 milioni di tonnellate.
Possiamo quindi considerare che le importazioni di frumento tenero e frumento duro coprono rispettivamente il 60% e il 40% del nostro fabbisogno, percentuali che risultano costanti nel tempo.
Da sempre, quindi, le importazioni sono complementari e non alternative alla produzione nazionale.
Proprio in conseguenza di ciò, i mugnai italiani hanno acquisito una straordinaria e riconosciuta capacità nel selezionare e miscelare i migliori grani del mondo, per ottenere farine e semole di assoluta qualità rispondenti alle esigenze dei pastai, questo a conferma del fatto che l’origine della materia prima non ne determina necessariamente la qualità.
Le stesse verifiche effettuate nell’ambito del piano straordinario di controlli hanno smentito in maniera inequivocabile le ricorrenti campagne denigratorie che, dietro la presunta difesa dei consumatori, celano, il più delle volte, meri interessi di categoria.
In un’ottica di massima trasparenza e rassicurazione dei consumatori, auspichiamo che la competente Amministrazione preveda un monitoraggio costante e meticoloso anche della qualità dei frumenti nazionali, con conseguente pubblicazione delle risultanze ottenute, ponendo così termine a sistematiche attività di disinformazione che non sono più tollerabili e contro le quali la nostra Associazione da tempo si impegna con determinazione allo scopo di fornire una corretta informazione su tutti gli aspetti più rilevanti che caratterizzano il comparto molitorio, incluso il tema della materia prima importata.
Vincenzo Martinelli